Rivista Musica+ n. 44 anno 2016

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Perché fuori dall’Italia
44
aprile - giugno
2016
Allegati
Musica+ n°44 - Sommario [ pdf - 245.8 KB]

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Editoriale

Abbiamo cominciato ad occuparcene prima che l’argomento risalisse all’attenzione della cronaca, alcuni mesi fa, e ora proseguiamo ampliando l’indagine. La seconda parte della nostra inchiesta sui ‘cervelli musicali’ in fuga si arricchisce del contributo di circa una ventina di musicisti che hanno scelto di stabilirsi all’estero. Dalla Gran Bretagna alla Spagna fino agli Stati Uniti li abbiamo contattati con i diversi mezzi a disposizione e abbiamo avuto risposte puntuali e incisive, generose nel raccontarsi e nell’offrire ai lettori riflessioni che scaturiscono dalla loro esperienza. Il quadro che ne emerge è composito, le singole interviste sono state pubblicate tutte: in lunghezza omogenea nella rivista cartacea, in versione integrale nel numero online di Musica+. Le fila di questo grande caleidoscopio di esperienze e considerazioni sono riassunte nell’articolo di apertura. La dignità della figura professionale del musicista, spesso qui negata, è il primo aspetto evidenziato da chi se ne è andato. A seguire una migliore organizzazione del lavoro, una formazione al passo con i tempi, maggiori investimenti nella ricerca, maggiori spazi per fare musica con meno adempimenti burocratici, disponibilità al nuovo da parte dei direttori artistici. La formazione ricevuta in Italia è generalmente riconosciuta di buon livello, talvolta ottimo, e la potenzialità creativa dei musicisti italiani è un dato di fatto. Il patrimonio musicale italiano, poi - possiamo dirlo? – appare ai loro occhi straordinariamente sottovalutato in Italia. Senza presunzione, tuttavia, perché gli allori del passato non devono impedire di guardare alla nuova creatività odierna. A gran voce si chiede che nel nostro Paese venga adottata una politica culturale degna di tale nome, e che venga approntata una lineare e valida organizzazione dell’Alta Formazione.

Questo patrimonio di testimonianze che abbiamo raccolto ha per noi un grande valore. Lo scambio e la considerazione reciproca - tra noi che viviamo qui e coloro che vivono fuori ma hanno studiato nel nostro paese - è una risorsa da coltivare. Le interazioni ormai sono molto più facili di quanto lo erano un tempo, ma ciò che davvero riteniamo importante è alimentare uno spirito di collaborazione per il bene comune. Pensando ognuno per sé non otterremo mai quello che è necessario per migliorare la vita di chi si dedica alla musica da professionista. Circolazione di idee e di progetti, possibilità di partire ma anche di tornare, scelta a parità di condizioni, queste dovrebbero essere le opportunità offerte al musicista anche nel nostro Paese. Finché continueremo a vedere ingiustizie, demotivazione, abbandoni, non potremo stare inerti.

Oltre all’inchiesta il nostro numero ancora una volta si dedica ai maestri, agli approfondimenti, agli anniversari, ai progetti, agli eventi. Insomma a coloro che fanno musica in un modo o nell’altro. Ci sono ‘maestri’ che hanno fatto la storia della didattica musicale nel nostro paese; ci sono interpreti che sono andati a fondo nella conoscenza di un repertorio e sono internazionalmente ritenuti figure autorevoli di riferimento; ci sono docenti che mettono in campo nuovi progetti per insegnare la musica ai ragazzi in modo innovativo; ci sono gli archivisti musicali di tutto il mondo che si ritroveranno a Roma per un grande congresso internazionale; ci sono, infine, coloro che fotografando la musica per professione ‘fanno musica’ attraverso le immagini. Il tutto per festeggiare il compleanno, due anni esatti di Musica+!

Carla Di Lena