Musica+ torna con uno speciale dedicato al Conservatorio “Casella”. Un numero triplo, molto corposo, i cui tempi lunghi di uscita hanno risentito anche del fatto che per un certo periodo l’attività editoriale è stata indirizzata su un’altra pubblicazione, il volume dedicato ad Alfredo Casella che raccoglie gli esiti delle giornate di studio organizzate da quest’istituzione nel 2015 e nel 2019. L’impegno del Conservatorio dell’Aquila a rendere omaggio al musicista a cui è intitolata l’istituzione si è concretizzato in una raccolta di saggi che esprime le ultime ricerche su Alfredo Casella e sul suo tempo, in una prospettiva storico-artistica ampia che comprende il rapporto con le altre arti e con le generazioni future. Se ne parla diffusamente anche nelle pagine di questa rivista, riepilogando gli eventi che hanno fatto parte dell’intero progetto e ricordando, ahimè, gli studiosi che pochi mesi fa sono venuti a mancare lasciandoci attoniti e addolorati nel culmine di un percorso di condivisione. Mi riferisco a Fiamma Nicolodi, musicologa insigne e nipote di Alfredo Casella, e ad Antonio Rostagno, musicologo anch’egli di primissimo piano, stroncato prematuramente nel pieno della sua attività di studio e accademica.
Da quel progetto discende anche questo numero speciale. Nel 2019 il Conservatorio dell’Aquila con una proposta intitolata La memoria, il presente, il futuro - il “Casella” per il decennale, vinceva un bando nell’ambito del programma “L’Aquila città della memoria e della conoscenza”, promosso dal Comune dell’Aquila nel decennale del sisma del 2009 col sostegno finanziario del fondo Restart della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Di quell’insieme di iniziative, oltre alla realizzazione del volume, faceva parte anche la pubblicazione di un numero speciale di Musica+ dedicato alle attività del Conservatorio a partire da quell’aprile 2009 che costituisce uno spartiacque imprescindibile per la nostra istituzione. La ricostruzione fisica della sede ma ancor più la necessità di rendere la musica portavoce della necessità di testimoniare l’esistenza di un tessuto vitale pronto a riprendere e rialzarsi ha caratterizzato tutti gli anni successivi a quel traumatico evento a seguire. Per quanto possibile abbiamo cercato di comprendere in questa pubblicazione la maggior parte delle attività svolte, consapevoli che qualcosa inevitabilmente mancherà. L’intento tuttavia non è quello di resocontare in modo esaustivo dodici anni di vita accademica, ma piuttosto di delineare il profilo di un’istituzione che vive di relazioni con il più ampio mondo dell’Alta Formazione e della produzione musicale.
I lettori di Musica+, che sappiamo numerosi grazie alla diffusione online e alla presenza nelle biblioteche musicali della rivista e a cui questa volta offriamo, per la maggior parte degli articoli, una versione in lingua inglese, potranno non solo trovare le immagini e il racconto di come è stata ricostruita da zero in pochi mesi una nuova sede ma anche, ad esempio, una descrizione di quanti e quali compositori del panorama internazionale sono stati chiamati a partecipare ad un confronto annuale su cosa vuol dire oggi comporre musica. Si potrà leggere come far crescere un dipartimento di musica antica in una città in cui le chiese e i palazzi possono essere risuonatori naturali dei suoni del passato, istituendo con molta determinazione e risorse minime un concorso internazionale aperto a tutti dedicato al liuto e parallelamente alle formazioni da camera con strumenti d’epoca; quali prospettive siano in divenire per discipline più recenti come la didattica della musica (raccontiamo come l’Orff-Schulwerk italiano sia nato al Casella) e come la musicoterapia, il cui corso al Casella, istituito nel 2005, è stato antesignano in Italia. Vengono poi raccontate le attività internazionali, fiore all’occhiello della nostra istituzione, che offrono prospettive importanti di formazione e di lavoro ai nostri studenti; viene descritto dai protagonisti il mondo della composizione elettroacustica, sede del Premio delle Arti, e poi il dipartimento jazz, in costante crescita, e molto altro.
Ma è anche il non descritto a parole che trapela da queste pagine, le immagini degli eventi che hanno impegnato tutti i dipartimenti indistintamente spesso nella realizzazione di concerti con grandi organici. Un percorso di vita musicale che si interseca con quello di tante altre istituzioni e di tanti altri musicisti. La stesura degli articoli è stata per la maggior parte curata da un buon numero di studenti ed ex-studenti rimasti legati alla nostra istituzione, desiderosi di contribuire e di formarsi anche nella scrittura e nella comunicazione. È questa una delle finalità a cui Musica+ adempie con maggior orgoglio. Studenti del Corso di tecniche della comunicazione, ma anche assegnatari di borse di studio appositamente istituite dal nostro Conservatorio per collaborare alla rivista, oltre a studenti di altre istituzioni a cui siamo lieti di offrire l’opportunità di cimentarsi. Un grande laboratorio insomma, che ha richiesto i suoi tempi per giungere ad esiti compiuti ma che ora finalmente si presenta attraverso questa pubblicazione per raccontarsi e aprirsi al più esteso mondo musicale. Dal prossimo numero riprenderemo la nostra abituale veste, quella di una rivista musicale interessata ad affrontare in senso lato i temi legati alla formazione, alla produzione e alla ricerca.
Ai lettori, intanto, abbiamo pensato di offrire due piccoli doni. Il primo è un prezioso e consistente documento multimediale che ripercorre l’evoluzione dell’Orff Schulwerk italiano, pubblicato sul sito e-learning del Conservatorio e reso accessibile ai lettori di Musica+, gentilmente messo a disposizione da Giovanni Piazza in seguito al suo seminario tenuto al “Casella” in una straordinaria circostanza nel 2018. Il secondo è un foglio d’album inedito per pianoforte di Carlo Crivelli la cui genesi è raccontata nelle pagine che lo accompagnano. In entrambi i casi l’oggetto è la musica da suonare, per sottolineare la nostra vocazione, regalare agli altri quella musica dal vivo che tanto ci è mancata. Che sia di augurio in questo momento così difficile per l’arte performativa!
Carla Di Lena