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Le nuove frontiere della ricerca artistica musicale: tecnologie d’avanguardia per la creazione della performance musicale e coreutica, e per la didattica musicale

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(di Daniela Macchione, coordinatrice scientifica del progetto)

 

La vision: il “Casella” nello Spazio Europeo della ricerca

Nel 2022 il Conservatorio di Musica “Alfredo Casella” dell’Aquila ha annunciato il progetto “Le nuove frontiere della ricerca artistica musicale. Tecnologie d’avanguardia per la creazione della performance artistica” con la finalità di indagare le potenzialità delle nuove tecnologie applicate alla creazione della performance musicale multimediale.

In attesa del decreto ministeriale sulle modalità di accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato nelle istituzioni Afam, promesso ai primi del 2022 e poi pubblicato nel febbraio 2024, il “Casella” ha accelerato la costruzione di un piano di ricerca nella musica aggiornato al panorama della ricerca artistica internazionale e attivamente partecipe della qualità nello “spazio europeo” della formazione superiore. Partendo dalla vocazione all’innovazione e sperimentazione che ha caratterizzato l’istituzione aquilana sin dalla sua fondazione e che negli ultimi anni gli ha permesso di conseguire riconoscimenti prestigiosi. Tra questi il finanziamento di un PRIN.

Nel 2022 con il suo Dipartimento di Musica Elettronica il “Casella” ha partecipato a un bando per progetti di ricerca di importanza nazionale PRIN. “Musical Metaverse: an inclusive Extended Reality platform for networked musical interactions” è il progetto promosso dal gruppo CIMIL (principal investigator: Luca Turchet; https://www.cimil.disi.unitn.it/) del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione dell'Università di Trento, in partenariato oltre che con il “Casella”, unico Conservatorio del consortium, anche con il Politecnico di Torino e dal SAE Institute di Milano. È arrivato primo di 287 ed è attualmente in corso (PRIN n. 2022CZWWKP).

 

“Le nuove frontiere…”

Nel 2023 il “Casella” ha partecipato a un bando MUR (D.M. 1204/2022) con il primo laboratorio del progetto, intitolato “Le nuove frontiere della ricerca artistica musicale: tecnologie d’avanguardia per la creazione della performance musicale e coreutica, e per la didattica musicale” (coordinatrice scientifica: Daniela Macchione; team di lavoro del Casella: Alessio Gabriele, Marco Giordano, Claudio Rufa) insieme a un partenariato internazionale e transdisciplinare formato dal gruppo di ricerca CREATIE del Conservatoire Royal di Anversa (https://ap-arts.be/en/researchgroup/creation; chairwoman: Giusy Caruso, www.giusycaruso.com; coordinator: Umut Eldem, https://umuteldem.com/), dall’azienda LWT3 SRL di Milano che si occupa di progettare e sviluppare nuovi strumenti e metodi nel campo dell’interazione uomo-macchina e nell’analisi e interpretazione dei dati (https://lwt3.com/; Chief Executive – Head R&D: Paolo Belluco; Design Director and Partner: Samuele Polistina) e il Teatro dei 99 dell’Aquila, scuola di danza e teatro musical (https://www.teatrodei99.it/; direttrice: Loredana Errico). Il laboratorio di ricerca “Le nuove frontiere…” è risultato vincente e ha ricevuto un sostanzioso co-finanziamento del MUR.

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Performance come ricerca; ricerca come performance

Le nuove tecnologie applicate alla musica rappresentano oggi l’avanguardia della ricerca artistica musicale, in un dialogo tra scienza e arte nel quale la performance si fa ricerca e viceversa la ricerca diventa performance.

Il cuore delle attività laboratoriali del progetto "Le nuove frontiere…” sono la presentazione, lo studio e la dimostrazione dell'applicazione di tecnologie d’avanguardia nella creazione della performance musicale e coreutica, nella didattica musicale, e nella disseminazione della performance artistica. Il principale obiettivo del progetto è introdurre i partecipanti alle metodologie di ricerca artistica e all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia che nell'edizione 2023 del laboratorio sono stati la gestural interactive technology, ossia nuovi sensori per lo studio della tensione muscolare e la sonificazione del gesto (EMG), la motion capture technology, ossia tecnologia di tracciamento del gesto per lo studio del gesto performativo in ambienti di Extended Reality (XR), i nuovi dispositivi e metodi di interazione (wearable computer device). Parte integrante dello studio della ricerca artistica e momento fondamentale di riflessione critica su metodi e analisi, anche la disseminazione delle attività e dei risultati del progetto attraverso la ripresa audio-video della performance è un campo sperimentale di ricerca che il “Casella” mira a consolidare attraverso i corsi di Tecniche di ripresa audio-video e di montaggio e il costituendo Multimedia Archive della Performance (nel laboratorio tale parte è curata da Claudio Rufa).

Il punto di forza del progetto sono le competenze trasversali dei docenti e degli studenti partecipanti ai laboratori, tra scienza, tecnologia e arte.

 

Trasversalità della cultura STE(A)M: tra Scienza e Arte

Da giugno a settembre 2023, nella prima fase di riunioni virtuali “da remoto”, e poi da ottobre a dicembre, in tre sessioni di attività “in presenza”, ogni aspetto del laboratorio, dall'agenda all'allestimento degli spazi è stato oggetto di discussioni collegiali su metodi e procedure, in uno scambio costruttivo di visioni, idee e contenuti tra i docenti, ricercatori e collaboratori esterni, docenti-ricercatori e studenti interni del Conservatorio (provenienti da corsi strumentali e vocali “classici”, dalla composizione elettronica, dalla danza), musicisti, compositori, ingegneri sviluppatori e regista.

Si è così animato un dialogo istituzionale internazionale sulla pluralità di approcci nella ricerca artistica che ha messo innanzitutto a confronto Arte, Scienza e Tecnologia, oggi coinvolte insieme e da pari in un rivoluzionario cambio di paradigma nel campo della Ricerca & Sviluppo, e due realtà culturali diverse: quella italiana, che si accinge ad avviare i programmi del terzo ciclo di studi musicali, e quella fiamminga, in cui la ricerca artistica si è innestata a livello istituzionale già da circa dieci anni.

 

Un laboratorio practice-based

Le tre sessioni di attività laboratoriale practice-based in presenza sono state particolarmente intense. Le due intense giornate previste per ciascuna sessione sono trascorse tra momenti di attività frontale, teorica, di discussione attorno ai temi della ricerca nelle arti e della tecnologia e più lunghi momenti dimostrativi e applicativi che per ogni sessione sono culminati in una performance aperta al pubblico.

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Co-creazione transdisciplinare

Fondamentali dal punto di vista didattico e particolarmente apprezzate dagli studenti le attività transdisciplinari di co-creazione che li ha visti impegnati anche nella composizione estemporanea degli eventi sonori, artistici e coreutici in interazione con le “macchine”. Attraverso lo studio e l’uso della tecnologia, sotto la guida dei docenti-ricercatori supervisor delle attività degli studenti, ogni aspetto delle tre performance conclusive di sessione è stato condiviso e costruito nel laboratorio, dalla drammaturgia dei tre eventi ai loro contenuti. Le attività di sperimentazione formale e ricerca espressiva, sempre tese alla integrazione di competenze tecniche e artistiche, si sono concretizzate in lavori multimediali che hanno visto esecutori e pubblico coinvolti in atti creativi in continua interazione di corpi, di suoni e immagini, di spazio d’ascolto, di tecnica oltre la tecnica.

La scelta della modalità laboratoriale transdisciplinare è stata con tutta evidenza l’input del risultato convincente più originale dell’intera esperienza: lo studio e l’esplorazione di tecniche di creazione estemporanea per la co-creazione, in interazione uomo-uomo e uomo-macchina, di performance musicali, artistiche, coreutiche multimediali.

 

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RI-COSTRUIRE l’universo di relazioni con il contesto esecutivo. Note dal primo brainstorming

Nel convergere verso una performance le prospettive diverse hanno avuto un notevole impatto a livello energetico sul team di lavoro e certamente hanno creato momenti sempre più estesi di apertura e conoscenza, verso le attività “dipartimentali” all’interno della comunità del Conservatorio, ad esempio, e "in proiezione" verso la tecnologia intesa come mezzo per creare forme, nuove forme da comunicare, proiettare all’esterno e recepire. I primi momenti del primo brainstorming sono trascorsi nel fare la (ri-)conoscenza gli uni degli altri, dei rispettivi modi di far musica anche nella stessa scuola, non senza sorprese. Le prime reazioni, a caldo, sonotate interrogativi (di Matteo Fracassi: “tecnologia per la performance, tecnologia al servizio della performance, o tecnologia come performance?” e “come utilizzare dati in modo creativo?”) e reazioni personali (di Claudia Pompili: “sono una danzatrice ‘formale’, non mi trovo a mio agio nelle performance in interazione estemporanea con la macchina o con altri performer ma attraverso la macchina. Per farlo ho dovuto rivalutare il concetto di “forma” piuttosto che fare attenzione a quello che sentivo energeticamente”). L’osservazione di Marco Giordano ha infine canalizzato le libere espressioni in una traiettoria condivisa, e non per questo meno creativa: “con gli strumenti musicali tradizionali la gestualità s’è consolidata nel corso dei secoli. Con questi strumenti tecnologici siamo chiamati a ri-costruire un universo di relazioni con il contesto esecutivo, con lo spazio risonante, con l’altro, con noi stessi, attraverso il suono, la gestualità…”.

 

Le tre sessioni: performance strumentale, composizione audiovisiva e danza

I sessione: 26-27 ottobre 2023, Conservatorio “Casella”, Tecnologia e performance musicale, a cura di Giusy Caruso, Paolo Belluco e Samuele Polistina (www.giusycaruso.com; https://lwt3.com/ ).

Gli sviluppi dell’attuale scenario tecnologico hanno portato a riformulare le direzioni nelle arti performative aprendo nuovi territori di sperimentazione e di ricerca anche nella performance musicale. Gli studi sull’interazione uomo-macchina (ad esempio la Human-Computer Interaction - HCI) o design dell’interazione e sull’intelligenza artificiale e apprendimento automatico (Artificial Intelligence - AI e Machine Learning - ML) sono oggi fonte di ispirazione per i musicisti che vogliono interfacciarsi con formule espressive e di ricerca d’avanguardia. La domanda al centro della prima sessione di “Le nuove frontiere” è stata: quali sono i metodi e le prospettive future per i musicisti performer del XXI secolo, interessati alle possibili applicazioni della tecnologia nell’analisi e nella creazione di una performance musicale?

I ricercatori di LWT3 Lab hanno delineato una panoramica sull’integrazione della tecnologia nel settore della ricerca artistica musicale, nello specifico negli studi sulla performance. Durante il workshop è stato mostrato il funzionamento di diversi sistemi di tracciamento del gesto e di rilevamento della tensione muscolare del musicista e le possibili applicazioni e declinazioni di questi dati nell’ambito della ricerca artistica musicale. Oltre a lavorare con i già noti sistemi di realtà virtuale e aumentata (VR/AR), si è illustrata la sperimentazione di una serie di dispositivi prototipi e software basati su algoritmi di machine learning, in grado di acquisire ed elaborare informazioni provenienti da diverse sorgenti intorno al musicista o dal musicista stesso.

Al termine di questa prima sessione, Giusy, Paolo e Samuele, con la partecipazione co-creativa di studenti-compositori elettronici, -musicisti e -danzatori, hanno realizzato la performance “Piano Avatar”, dimostrazione di motion capture technology.

 

II sessione: 17-18 novembre 2023, Conservatorio “Casella”, Tecnologia e composizione audiovisual, a cura di Umut Eldem (https://umuteldem.com/)

Umut si interessa di sinestesia, il fenomeno percettivo di natura neurologica per cui un suono può evocare un colore, e delle sue applicazioni nella composizione audiovisiva. Analizzando la musica di compositori sinestetici e sviluppando algoritmi audiovisivi è possibile creare un contesto audiovisivo informato dall’esperienza cognitiva multisensoriale. La metodologia e i risultati di questa ricerca artistica interdisciplinare hanno un potenziale musicale performativo particolarmente interessante. I partecipanti al laboratorio sono stati introdotti alle tecniche essenziali per implementare le prospettive artistico cognitive nella pratica del coding creativo per mezzo del linguaggio di programmazione Max/MSP.

Le tecnologie esplorate durante il laboratorio sono servite per la realizzazione della performance conclusiva, “Synaesthesia”, che ha visto tre diversi ensemble di studenti interagire con immagini, suoni e colori, e co-creare in modo multimediale ed estemporaneo con strumenti acustici, movimenti, danza.

 

III sessione: 1-2 dicembre 2023, Teatro dei 99, Tecnologia e danza, a cura di Klaas Devos Reach & Collabs (https://klaasdevos.eu/)

In che modo le nuove tecnologie possono influenzare la danza? Il coreografo belga Klaas Devos insieme al gruppo di ricerca con il quale lavora esplora come acquisire maggiore consapevolezza nella danza attraverso la collaborazione uomo-macchina. Klaas indaga l’impatto delle recenti tecnologie sulle contemporanee nozioni di embodiment, corporalità e processi creativi nella danza. Attualmente Klaas sta esplorando la coreografia interattiva nel progetto S0M_Ai (2023) e la coreografia biometrica in Wings (2024). Durante il laboratorio, Klaas ha illustrato il modo in cui nelle pratiche artistiche che hanno al centro il corpo le condizioni che l’uso della tecnologia crea oggi nella danza si confrontano con i valori tradizionali. La ridefinizione delle pratiche di danza si basa su interconnessioni non umane che nel mentre limitano il danzatore somatico accelerano ed espandono la embodied cognition (l’incorpamento) dell’agente creativo tecnologico. Anticipando un cambiamento fondamentale nella ricerca e nella composizione della experiential dance, nel suo laboratorio Klaas ha proposto un protocollo per adattarsi ai vincoli interdisciplinari impliciti nella Somatech dance.

L’evento conclusivo di questa sessione è stata suddivisa in due parti: la prima, coreutica-musicale in tre momenti e con al centro la performance di Klaas “New Organs”, e la seconda, musicale ad alta tecnologia, con Giusy e il suo progetto “MetaPhase”. Giusy ha suonato con markers e biosensori che hanno permesso al sistema di tracciare gesti e contrazioni muscolari. Poi, indossato un visore per realtà virtuale, è entrata in un ambiente creato per la meta-performance da LWT3 dove ha suonato in contrappunto con il suo stesso avatar Piano Phase for two pianos di Steve Reich (la parte dell’avatar era stata precedentemente registrata). Federico Mari Fiamma e Lorenzo Scandale, studenti del corso di Musica Elettronica del “Casella”, hanno curato e realizzato gli algoritmi di produzione musicale e quelli necessari alla ricezione e interpretazione dei dati provenienti da sensori indossati da Klaas e Giusy. Con i loro movimenti e gesti esecutivi, i performer presenti al centro della scena, insieme a quelli in regia, hanno alimentato e guidato l’evoluzione musicale in un atto co-creativo.

 

 

CREDITS 

Project co-funded by Italian Ministry of University and Research (MUR), D.M. 1204, 17 October 2022

 

scientific coordinator: Daniela Macchione (“Alfredo Casella”; Conservatory of Music – L’Aquila)

 project supervisors: Giusy Caruso (Creation Research Group, Royal Conservatoire - Antwerp), Daniela Macchione

motion capture technology: Paolo Belluco, Samuele Polistina (LWT3, Milan) audio & technical supervisors: Alessio Gabriele and Marco Giordano (“Alfredo Casella” Conservatory of Music - L’Aquila)

film director: Claudio Rufa (“Alfredo Casella” Conservatory of Music - L’Aquila)

administrative coordinators: Federica Ianni and Sara Sinni (“Alfredo Casella” Conservatory of Music - L’Aquila)

 

Partner Institutions

“Alfredo Casella” Conservatory of Music, L’Aquila (lead partner)

director: Claudio di Massimantonio
workshop and performances advisors: Alessio Gabriele, Marco Giordano, Daniela Macchione, Claudio Rufa 
students and performers: Agnese Borra, Lisa Brandolini, Alessia Carlino, Cristian Casano, Nicola Giulio Chiarieri, Simone Di Meo, Matteo Fracassi, Federico Mari Fiamma, Evgeniia Nartsissova, Gemma Nguyn, Lorenzo Scandale, Francesco Viselli

Creation Research Group at the Royal Conservatoire in Antwerp

chair: Giusy Caruso
coordinator: Umut Eldem
seminar teachers, workshop advisors and performers: Giusy Caruso, Klaas Devos, Umut Eldem

LWT3 Srl, Milan

Chief Executive – Head R&D: Paolo Belluco, Design Director and Partner: Samuele Polistina
seminar teachers, workshop advisors: Paolo Belluco, Samuele Polistina

Teatro dei 99, L’Aquila

director: Loredana Errico
workshop advisors and performers: Giulia Buccella, Giulia Fiore, Cora Gasparotti, Claudia Pompili

 

Performers

Paolo Belluco, engineer, human-machine interaction researcher
Giusy Caruso, pianist, artistic researcher
Klaas Devos / Reach and Collabs, choreographer, artistic researcher
Umut Eldem, visual composer, artistic researcher
Samuele Polistina, engineer, human-machine interaction researcher

 

Students-performers

Agnese Borra, piano improv
Giulia Buccella, dance improv
Alessia Carlino, piano improv
Cristian Casano, director’s assistant
Nicola Giulio Chiarieri, piano improv
Francesca Chiola, performance art
Sara Dias, performance art
Simone Di Meo, director’s assistant
Giulia Fiore, dance improv
Matteo Fracassi, percussions improv
Cora Gasparotti, dance improv
Sabrina Iezzi, performance art
Davide Mariani, performance art
Federico Mari Fiamma, audio director &live electronics
Evgeniia Nartsissova, voice improv
Claudia Pompili, dance improv
Lorenzo Scandale, audio director &live electronics
Francesco Viselli, accordion improv

 

We wish to thank the Fine Arts Academy of L’Aquila, its students and the artist Elena Bellantoni, professor of Performative Technique, for their active participation and input in the seminars, workshops and performances.

 

Bibliografia essenziale:

  • Andrew Mcnamara, Six rules for practice-led research, in “TEXT: Journal of Writing and Writing Programs”, 14 (2012), pp. 1-15.
  • Artistic experimentation in Music. An Anthology, edited by Darla Crispin and Bob Gilmore, Leuven University Press, Leuven 2014 (The Orpheus Institute Series)
  • Mika Hannula, Juha Suoranta, Tere Vadén, Artistic Research Methodology: Narrative, Power and the Public, Peter Lang inc., Bristol 2014
  • Siobhan Murphy, Writing Performance Practice, in The Exposition of Artistic Research: Publishing Art in Academia, edited by Michael Schwab and Henk Borgdorff, Leiden University Press, Leiden 2014, pp.
  • Performance as Research. Knowledge, methods, Impact, edited by Annette Arlander, Bruce Barton, Melanie Dreyer-lude, Ben Spatz, Routledge, New York 2018
  • Dialogues between Artistic Research and Science and Technology Studies, edited by Henk Borgdorff, Peter Peters, and Trevor Pinch, Routledge, New York 2020
  • Gunter Lösel, Tags and tracks and annotations-research video as a new form of publication of embodied knowledge, in “International Journal of Performance Arts and Digital Media”, vol. 17, n. 1 (2021), pp. 31-45.
  • Giusy Caruso, La ricerca artistica musicale. Linguaggi e metodi, Libreria Musicale Italiana, Lucca 2022
  • Robin Nelson, Practice as Research in the Arts (and Beyond). Principles, Processes, Context, Achievements, Palgrave Macmillan, London 2022 (2nd edition)
  • Live Visuals. History, Theory, Practice, edited by Steve Gibson, Stefan Arisona, Donna Leishman and Atau Tanaka, Routledge, New Yor 2023
  • Maiya Murphy, Thinking again: enaction as a resource for ‘practice as research’ in theatre and performance, in “Interdisciplinary Science Reviews”, vol. 48, n. 4 (2023), pp. 628-650.